Sinopsis
«Dopo la pubblicazione di 10 anni di poesie dal titolo Arredatori di interni, mi è rimasto il desiderio profondo di guardare fuori, aprirmi alla realtà e accoglierla. Senza artigli. Artigli, che servono per aggrapparsi e risalire dal fondo, ma non per arredare gli esterni. Neanche per arredare gli interni. Sono certa che arriverà il momento in cui lascerò andare il mio tempo e il mio spazio. Per scoprire che c’è tempo e spazio per ogni particolare. Ogni particolare, per curarlo e farsi curare da esso. Per prendersi cura del fuori.»
Claudia Chelazzi ha 41 anni. Nasce e vive a Firenze gran parte della sua vita. Da un anno e mezzo vive a San Giovanni Valdarno, assieme alla sua nuova famiglia, arrivata in maniera inaspettata, come tutto nella sua vita. A 17 anni inizia a manifestare problematiche più grosse di una normale crisi adolescenziale. A 23 anni, durante il periodo della tesi di laurea, sperimenta la sua prima depressione e il suo primo ricovero in clinica psichiatrica. Si diploma e si laurea a pieni voti nonostante le difficoltà di salute. Per anni è curata senza che le venga diagnosticato quello che poi si rivelerà essere un disturbo bipolare. Dopo un progressivo e inesorabile peggioramento, a 32 anni è ricoverata nella clinica psichiatrica del San Raffaele di Milano, dove le viene diagnosticato un grave disturbo bipolare e dove scopre un approccio diverso al paziente e alla malattia, che le consente di ripartire nella vita. Inizia a lavorare nell’area delle risorse umane nel 2015 e rincorre faticosamente quella vita sospesa dai 17 ai 32 anni. A una prima raccolta di poesie ne segue una seconda, che raccoglie quelle composte fra il 2018 ed il 2022. Nel 2020 conosce il suo attuale compagno e dopo 12 mesi nasce il loro bambino, che ora ha 18 mesi. Oggi lavora come manager in area risorse umane all’interno di una importante azienda di moda.
